venerdì 12 agosto 2011

"Stupido è chi lo stupido fa"

Una delle critiche più frequenti che vedo muovere verso Lion riguarda il fatto di aver ereditato alcune caratteristiche di iOS: "non vogio un sistema che mi considera stupido" è una delle frasi più comuni.
Prendendo a prestito una celebre battuta di Forrest Gump, mi verrebbe da dire "stupido è chi lo stupido fa"... cito questa frase come battuta, senza voler minimamente giudicare l'intelligienza di chi Lion non lo digerisce ancora o di chi (per motivi di compatibilità, o per esigenze professionali) ha deciso di restare ancora un po' di tempo con Snow Leopard; in ogni caso, qualche puntualizzazione in merito all'argomento mi piacerebbe farla.
Partendo alla lontana, quando Apple introdusse il Mac nel 1984 (non voglio nemmeno tirare in ballo lo sfortunato "Lisa") propose una GUI in luogo dei comandi da terminale: non credo di dire un'eresia se affermo che "quel" cambiamento fu un tantino più drastico rispetto alle gestures o alle nuove modalità di interazione introdotte da Apple in Lion... e non mi pare che nel 1984 gli utenti si sentirono trattati come stupidi perché messi di fronte a qualcosa che gli semplificava la vita: oggi la stragrande maggioranza degli utenti utilizza proprio un'interfaccia grafica per lavorare col proprio computer, che sia OS X, piuttosto che Windows, Ubuntu, o quant'altro. Eventualmente si potrebbe obiettare che, quando il computer era utilizzabile solo in modalità terminale, i più se lo tenevano alla lontana e solo "gli esperti" si dedicavano all'informatica; il fatto di introdurre una GUI ha invece avvicinato a questo mondo un numero sempre maggiore di persone, anche non esperte: è la consueta dinamica del progresso.
Da quel momento in poi, per 25 anni la metafora della scrivania è rimasta sempre la stessa, con le sue cartelle, i file, e il cestino. Fondamentalmente, è rimasto sempre uguale a sé stesso anche il mouse, ovvero un dispositivo di puntamento con un singolo punto di contatto con lo schermo (rotelline o mille pulsanti aggiuntivi, non cambiano la sostanza). Un paio d'anni fa immaginai una possibile evoluzione che trascendeva dal concetto di desktop e di organizzazione manuale dei file, per sfruttare un'organizzazione tramite TAG e metadata: l'utente non deve preoccuparsi di dove sono i file, deve solo digitare la chiave di ricerca desiderata per ottenere tutto il necessario sull'argomento, organizzarlo come più gli piace, ma senza i vincoli della posizione "fisica" sull'hard-disk. Semplificando il discorso si tratterebbe di sfruttare all'ennesima potenza Spotlight e organizzare i documenti del Finder in strutture che ricordano gli album e gli eventi di iPhoto, o (se preferite) le playlist di iTunes. In modo basilare è una cosa che si potrebbe già fare utilizzando le "smart folder" ma si tratterebbe solo un'abbozzo, perché un approccio di questo tipo non è esente da problematiche: l'utente medio non è preparato per un simile approccio, anche perché al momento mancano gli strumenti per realizzarlo al meglio... questo concetto funziona un po meglio sull'iPhone, ma già sull'iPad (che potenzialmente ha degli usi un po' diversi e l'utente ha qualche esigenza in più) comincia a far sentire i suoi limiti: c'è molto margine di miglioramento...
Sempre qualche anno fa immaginavo che l'avanzata dei dispositivi touch avrebbe in qualche modo influenzato anche il mondo di notebook e desktop, ed è quello che sta avvenendo, almeno a Cupertino.
Con Lion Apple ha avuto il coraggio di rompere un'altra volta gli schemi e, forte dell'esperienza maturata in iOS, ha portato un pizzico di evoluzione anche in OS X modificando alcuni paradigmi di interazione col computer: il desktop non è più uno spazio fisico limitato per appoggiare file, cartelle, finestre, o alias (shortcuts) delle applicazioni... il desktop si alterna alle applicazioni che girano a pieno schermo (e non in una finestra grande quanto l'intero schermo), si possono scorrere con le dita e intercalare all'occorrenza con altri desktop, dove mettere altre finestre dedicate ad altro; tutti gli spazi così configurati sono accessibili con un altro gesto (per chi non ha la pazienza di "scorrerli") e quando spegniamo il computer sappiamo che alla successiva accensione lo troveremo nello stesso identico stato. Personalmente tutto questo mi semplifica la vita e non mi sento per niente stupido ad utilizzare Mission Control, anzi, spero che iOS 5 offra simili possibilità per scorrere le applicazioni e accedere a quelle aperte con un semplice gesto (il doppio click sul tasto home proprio non mi piace...). Ma la cosa più bella è che, se proprio non ci piace, Mission Control possiamo anche non usarlo e possiamo anche evitare di mettere le applicazioni a schermo pieno, continuando ad utilizzare Lion come se fosse Snow Leopard... certo non sarà tutto uguale, ma non mi pare che le differenze siano così drastiche da consigliare un rifiuto di Lion (sempre escludendo questioni di compatibilità nell'utilizzo di software professionali).
La cosa più fastidiosa di Lion (a parte lo scrolling rovesciato che, per chi non riesce ad abituarsi, si può rimettere come prima) potrebbe essere Launchpad, utility che in un primo momento ho trovato inutile e fuori luogo ma che in fin dei conti potrebbe avere il suo perché. Ripensando al discorso iniziale sull'organizzazione di file, Launchpad rappresenta un primo passo (dopo le smart folder) in questa direzione: non è importante sapere dove stanno le applicazioni, vi basta richiamare Launchpad e le avrete tutte sott'occhio (anche troppe, da cui il mio scetticismo iniziale), e le potrete organizzare in strutture che non hanno nulla a che fare con la loro posizione sull'hard-disk. In ogni caso, anche per Lauchpad vale il discorso di "stupido è chi lo stupido fa": se non vi piace potete far finta che non esista e continuare a lanciare le applicazioni così come avete fatto fino a qualche tempo fa.
In conclusione, Lion non è certo un sistema perfetto (magari nei prossimi giorni vi parlerò dei difetti che ci ho trovato) ma rappresenta un punto di svolta nelle modalità di interazione col computer e a mio avviso, che ci piaccia o no, siamo solo all'inizio del cambiamento: il mio consiglio è quello di guardare avanti e sfruttare al meglio le nuove possibilità offerte da OS X 10.7, senza sentirsi stupidi perché in alcune cose assomiglia ad iOS.

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