giovedì 6 agosto 2009

Cambi generazionali

Papà... per favore, mi dai quello nero?

"Quello nero", per mio figlio, è l'iPod Touch, anche se spesso predilige l'iPhone di mia moglie, che pur avendo meno applicazioni installate, ha anche l'audio (a differenza del mio Touch di prima generazione).
Altre volte mi chiede di vedere il film "del posto lontano", che altro non sono che i trailer dei film di animazione visualizzati dal MacBook Pro attraverso Front Row. Il "posto lontano" deriva dal fatto che talvolta, se la connessione è lenta, il filmato si interrompe per bufferizzare, a la spiegazione più semplice che mi è venuta in mente la prima volta che mi ha chiesto spiegazioni in merito, è che il film che stavamo guardando non era sul computer, ma in posto lontano, e che poteva avere qualche problema ad arrivare fin sul nostro computer.
Altre volte ancora mi chiede di disegnare con TuxPaint, e per certi versi è sorprendente come riesca a destreggiarsi tra trackpad e selezione degli oggetti (mio figlio ha poco più di 3 anni, ma si destreggiava già un'annetto fa).
Prima che mi prendiate per un padre fanatico di informatica, che cerca di inculcare lo stesso fanatismo al figlio, preciso subito che queste attività sono comunque attività "secondarie", svolte solo di tanto in tanto, quasi mai in questo periodo estivo, dove entrambi preferiamo "giocare a goal" o fare un giro in bici.
In ogni caso il punto in cui volevo arrivare partendo da questi esempi è un altro: quand'ero piccolo io, la cosa più tecnologica che esisteva erano le prime versioni del "sapientino"... per certi versi la mia generazione ha visto la nascita e lo sviluppo dell'informatica. Se penso all'abisso che c'è tra il mio primo computer, uno ZX-spectrum, e il MacBook Pro che possiedo oggi (per non parlare del mio primo walkman e dell'attuale iPod Touch), non riesco nemmeno ad immaginare cosa potrà esserci tra 20 anni. Quando mio figlio sarà abbastanza grande da fare ragionamenti simili a questi, guardando le foto dove lo si vede smanettare oggi sull'iPod Touch, sorriderà ripensando a quell'oggetto tanto antiquato, così come io oggi sorrido ripensando al sapientino...

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